Ultimo giorno di un
anno incredibile, per me molto intenso, emotivamente sfibrante, e ciò
nonostante ricco di incontri, avventure, emozioni.
Sarà anche ovvio e
scontato, ma in questo giorno così particolare ripenso a quanto è stato pieno
l’anno appena trascorso, pieno di cose, luoghi, persone, esperienze, ripenso a
quanto mi ha dato e quanto, allo stesso tempo, mi ha tolto, e cosa di tutto
questo è invece rimasto.
Scorro mentalmente i
volti delle persone incontrate negli scorsi dodici mesi,e mi accorgo che sono
davvero molte. Alcune di loro sono state solo fugaci apparizioni, uscite dalla
mia vita nel giro di poco tempo, altre invece sono entrate, chi più
discretamente e in punta di piedi, chi con la forza di un uragano, e lì sono rimaste.
Ripenso a tutti gli
amici di Muro Duro, quelli con i quali ci si incrocia solamente in palestra,
quelli con i quali si è fatta qualche gita, e lo zoccolo duro degli IncaTenati,
o degli Abbracci, perché alla fine a qualunque gruppo facciamo riferimento,
siamo sempre gli stessi.
Ricordo le serate
trascorse in palestra a tirare plastica, quando, mentre tentavo di chiudere un
misero boulder bianco, dietro la mia schiena sentivo il tifo di un coro di
supporter che neanche la Curva Sud!
E partendo da quei volti,
la mente vaga verso tutte le avventure vissute con ognuno di loro: Arco, che ci
condanna sempre a combattere contro il meteo avverso; la Liguria, che ci
attende per la prossima Epifania Rampicante; Kalymnos, un piccolo paradiso
verticale, dove ho lasciato il cuore; tutte le giornate trascorse tra l’Ossola
e la Valsesia; le sere d’estate a Montestrutto; le falesie cotoletta a luglio e
agosto e le pareti immerse in umidi boschi in piovose giornate d’autunno.
Mille immagini di paesaggi
più o meno incontaminati, volti sorridenti, stanchi ma sempre soddisfatti,
mille e mille differenti pieghe nella roccia, buchi, lame, zanche e minuscoli
appigli, il dolore per le scarpette e il bruciore delle dita stanche, le mie
gambe sempre graffiate, gli “Alè” urlati al compagno che sale, la paura di
cadere, e la soddisfazione nel non essere caduti.
Innumerevoli frammenti
che rimarranno impressi nella mia memoria come tracciati con pennarello
indelebile.
Tutto quello che ho
vissuto in questo 2013, so di averlo fatto, nel bene e nel male, totalmente,
intensamente, senza essermi mai risparmiata né tirata indietro, anche se a
volte mi ha fatto male, e molto.
Ma adesso si guarda
avanti, al nuovo anno che arriva, alla roccia che chiama nuove imprese, e a due
nuove passioni nate in me da poco e che ho scoperto creare dipendenza tanto
quanto l’arrampicata: lo snowboard, da praticare nei nevosi mesi invernali, e
la pole dance, iniziata appena tre mesi fa, ma che mi ha fatto conoscere un
piccolo gruppo di nuove amiche, con le quali condividere lividi e dolori, ma
anche tante risate e soddisfazioni.
E se anche gli ultimi
mesi del 2013 sono stati per me difficili, forieri di molta ansia, dolori e
delusioni, ho scoperto di poter contare, oltre che su me stessa, anche su molte
persone, che mi stimano e mi vogliono bene, pronte ad ascoltarmi, sostenermi, o
semplicemente ad essere presenti come possono. Persone che non se ne sono
andate, nonostante tutto.
Io sono pronta, e voi?