mercoledì 8 gennaio 2014

L'anno che verrà...



31 dicembre 2013.
Ultimo giorno di un anno incredibile, per me molto intenso, emotivamente sfibrante, e ciò nonostante ricco di incontri, avventure, emozioni.
Sarà anche ovvio e scontato, ma in questo giorno così particolare ripenso a quanto è stato pieno l’anno appena trascorso, pieno di cose, luoghi, persone, esperienze, ripenso a quanto mi ha dato e quanto, allo stesso tempo, mi ha tolto, e cosa di tutto questo è invece rimasto.
Scorro mentalmente i volti delle persone incontrate negli scorsi dodici mesi,e mi accorgo che sono davvero molte. Alcune di loro sono state solo fugaci apparizioni, uscite dalla mia vita nel giro di poco tempo, altre invece sono entrate, chi più discretamente e in punta di piedi, chi con la forza di un uragano, e lì sono rimaste.
Ripenso a tutti gli amici di Muro Duro, quelli con i quali ci si incrocia solamente in palestra, quelli con i quali si è fatta qualche gita, e lo zoccolo duro degli IncaTenati, o degli Abbracci, perché alla fine a qualunque gruppo facciamo riferimento, siamo sempre gli stessi.
Ricordo le serate trascorse in palestra a tirare plastica, quando, mentre tentavo di chiudere un misero boulder bianco, dietro la mia schiena sentivo il tifo di un coro di supporter che neanche la Curva Sud!
E partendo da quei volti, la mente vaga verso tutte le avventure vissute con ognuno di loro: Arco, che ci condanna sempre a combattere contro il meteo avverso; la Liguria, che ci attende per la prossima Epifania Rampicante; Kalymnos, un piccolo paradiso verticale, dove ho lasciato il cuore; tutte le giornate trascorse tra l’Ossola e la Valsesia; le sere d’estate a Montestrutto; le falesie cotoletta a luglio e agosto e le pareti immerse in umidi boschi in piovose giornate d’autunno.
Mille immagini di paesaggi più o meno incontaminati, volti sorridenti, stanchi ma sempre soddisfatti, mille e mille differenti pieghe nella roccia, buchi, lame, zanche e minuscoli appigli, il dolore per le scarpette e il bruciore delle dita stanche, le mie gambe sempre graffiate, gli “Alè” urlati al compagno che sale, la paura di cadere, e la soddisfazione nel non essere caduti.
Innumerevoli frammenti che rimarranno impressi nella mia memoria come tracciati con pennarello indelebile.
Tutto quello che ho vissuto in questo 2013, so di averlo fatto, nel bene e nel male, totalmente, intensamente, senza essermi mai risparmiata né tirata indietro, anche se a volte mi ha fatto male, e molto.
Ma adesso si guarda avanti, al nuovo anno che arriva, alla roccia che chiama nuove imprese, e a due nuove passioni nate in me da poco e che ho scoperto creare dipendenza tanto quanto l’arrampicata: lo snowboard, da praticare nei nevosi mesi invernali, e la pole dance, iniziata appena tre mesi fa, ma che mi ha fatto conoscere un piccolo gruppo di nuove amiche, con le quali condividere lividi e dolori, ma anche tante risate e soddisfazioni.
E se anche gli ultimi mesi del 2013 sono stati per me difficili, forieri di molta ansia, dolori e delusioni, ho scoperto di poter contare, oltre che su me stessa, anche su molte persone, che mi stimano e mi vogliono bene, pronte ad ascoltarmi, sostenermi, o semplicemente ad essere presenti come possono. Persone che non se ne sono andate, nonostante tutto.
Non posso fare altro che ringraziarvi tutti, amici, e augurare a tutti noi uno strepitoso 2014!
Io sono pronta, e voi?





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