mercoledì 6 aprile 2016

Pasquetta 2016 ... si ricomincia!!

Da quanto non posto qualcosa su questo blog? Troppo, probabilmente ... Del resto sono mesi che non tocco roccia, e piccole magagne con il pc mi hanno impedito di scrivere con continuità. Ma ora l’inverno sta finendo, la stagione volge al meglio e la voglia di roccia inizia a farsi sentire.
Quest’anno la Pasqua cade presto, molto presto. L’ultimo weekend di marzo, a voler essere precisi.
Di neve nella stagione invernale non se ne è potuto parlare, vuoi perché fino a febbraio non ce ne era, vuoi perché una serie di sfighe mi hanno impedito di avvicinarmi alle piste quando finalmente si sono imbiancate.
Necessito quindi di stare all’aria aperta come si ha bisogno di acqua nel deserto, ovvero non ne posso più di passare le mie domeniche al chiuso.
Quale migliore occasione per una giornata su roccia che Pasquetta? Nessuna, in teoria, non fosse per il meteo che come al solito mette i bastoni tra le ruote.
Meteo incerto a Pasqua, prevista pioggia per Pasquetta, ma non abbastanza da farci rinunciare.
Scrutando a fondo le previsioni vediamo che nel Torinese dovrebbe mantenersi asciutto, se non proprio bello.
Le previsioni però spaventano, il gruppone previsto inizialmente si assottiglia e restiamo in quattro: io, Gabry, Chiara e Nico. Pochi ma buoni, come si dice: carichiamo l’auto e andiamo.
L’idea è di raggiungere Avigliana e di recarci alla Cava, da molti sconsigliata, ma che nessuno di noi quattro ha mai visto. Io e Gabry ci avevamo provato un paio d’anni fa, ma il tempo era stato ancora meno clemente ed eravamo giunti ad Avigliana sotto una pioggia battente.
Questa volta sembra andare meglio, il cielo è grigio ma asciutto. Peccato che io abbia bisogno di trovare una farmacia aperta, che, il giorno di Pasquetta, si trova solo a Condove, a un quarto d’ora di macchina da Avigliana, ma a cinque minuti da Caprie.
Rapido consulto con gli altri e decidiamo di raggiungere Anticaprie, visto che tanto siamo già qui.
La parete di Anticaprie è il settore più frequentato di tutto il comprensorio di Caprie, vuoi per la vicinanza alla strada, vuoi per l’accesso comodo, vuoi per i gradi abbordabili. L’arrampicata è per lo più di placca, verticale o appoggiata, su piccole reglette e fessure, a volte anche taglienti.
Personalmente non amo molto questo serpentino rosso, che sembra sempre viscido e dove i piedi danno l’impressione di essere sul punto di scivolare via. Non mi sento mai molto sicura su questa roccia.
La chiodatura però è ottima a fittoni resinati, di recente riattrezzata. Attenzione alle catene che sono in buono stato ma c’è sempre da fare manovra.
Arriviamo verso le 10.30 e ancora la falesia è poco affollata, ma in breve tempo si riempie di persone. Va beh, noi non abbiamo fretta: abbiamo con noi due neofiti, quindi io e Gabry ne approfittiamo per fare un po’ di scuola.
Il meteo gradualmente si apre, poi si copre di nuovo, poi scendono due gocce con il cielo parzialmente sereno … il meteo è molto indeciso. Noi nel dubbio continuiamo a scalare …
Un quarto di riscaldamento, poi un 5c di placca feroce per le dita, torno a smontare il quarto che nel frattempo abbiamo lasciato occupato, poi un 6a strapiombante che provo tutte le volte che vengo a Caprie e che tutte le volte mi fa declamare i santi del paradiso, mentre Gabry va a far provare a Chiara l’ebbrezza di scalare da prima.
In sostanza in quattro con due corde abbiamo colonizzato la falesia, anzi, rimpiango di non aver preso dalla macchina lo spaghetto. Avremmo potuto lasciare montato un tiro in più.
E la giornata va, tra una battuta da ipse dixit, un tiro e un pezzo di pizza.
Al ritorno in poco tempo mi ritrovo prevedibilmente sola alla guida, con gli altri tre profondamente addormentati. Alzo leggermente la musica, ma non troppo per non disturbarli, e affronto le code del rientro

Come prima uscita, viste le premesse, non c’è male, sperando che una primavera clemente ce ne conceda molte altre.  
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