venerdì 29 dicembre 2017

Tagliatelle gustose



E rieccoci nuovamente con un post dedicato alle mie ricette.
lo so che vi avevo detto che avrei pubblicato una volta al mese, ma ho poco da raccontarvi in questi giorni e così vi stordisco con il cibo! XD Come se le feste appena passate non fossero state sufficienti.

a proposito di feste: visto che siamo in quel periodo critico che sta tra Natale e Capodanno, dove le vacanze e il tempo a disposizione vorrebbero farci continuare a mangiare, ma la bilancia ci guarda male, voglio proporvi una ricetta facile facile che mette a tacere i sensi di colpa: tagliatelle fatte in casa con broccoli e pomodori secchi.

vista la ricchezza della pasta fatta in casa io la considero un piatto unico, soprattutto se si abbonda con i broccoli.

in realtà in questa versione non ho utilizzato solo broccoli, ma un misto di broccoli, cavolfiore bianco e cavolo romanesco.

non sto a spiegarvi come fare la pasta fatta in casa, perchè è davvero banale il procedimento. l'importante è avere una buona macchina per stendere la pasta e successivamente creare le tagliatelle. però vi metto le dosi. Se non volete/potete/riuscite ad impastare da soli, è lecito comprare della buona pasta; ma che sia buona mi raccomando perché questo condimento esalta molto il sapore della pasta senza coprirlo.

andiamo!!!

Ingredienti x 2 persone:

Per la pasta: 700 g di farina 00 (di grano tenero)
                     300 g di farina di semola
                     11 uova
                     sale qb
        x due persone: 170g di tagliatelle seccate
                   
per il condimento: 400g di broccoli surgelati o freschi (meglio freschi, ma se non è possibile ...)
                              6/7 pomodori secchi
                               peperoncino qb

mettere a bollire l'acqua per la pasta e salare.
nel frattempo in un wok disporre le cimette di broccoli,aggiungere olio e farle rosolare; aggiungere un pò di acqua, aggiungere i pomodori secchi tagliati a pezzettini, coprire e lasciare cuocere. Quando le cimette di broccolo saranno quasi cotte mettere la pasta nell'acqua, in modo che arrivino a cottura nello stesso momento.
nel frattempo togliere il coperchio dal wok e alzare la fiamma se è rimasta troppa acqua nei broccoli, che devono essere umidi ma non secchi; aggiustare di sale i broccoli e aggiungere il peperoncino. quando la pasta è cotta, scolarla e aggiungerla nel wok, farla saltare con il condimento e servire.

buon appetito!

abbinamento: un vino bianco fresco, tipo Falanghina.

                             


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giovedì 21 dicembre 2017

Crescentine (o tigelle) e una nuova rubrica




Modestamente parlando, in cucina me la cavo piuttosto bene. Non sono uno chef, non so impiattare, ma le mie ricette riscuotono piuttosto successo, tanto che in molti mi hanno chiesto di metterle sul blog. Et voilà! Accontentati!

Non aspettatevi ricette da chef stellato e foto da food blogger, perché al momento i miei mezzi sono piuttosto contenuti, però vi assicuro una certa semplicità nelle ricette e qualche tip per cucinare in pochi minuti rientrati a casa dal lavoro la sera!

Le mie intenzioni sono di pubblicare le ricette con cadenza mensile, ma se tempi e impegni lo permettono, magari anche più frequentemente, nel perfetto spirito di questo blog totalmente anarchico XD

La mia famiglia è per metà modense. Madhre, infatti, è nata a Pavullo nel Frignano e cresciuta a Lama Mocogno, prima di trasferirsi sul lago Maggiore.
Come tutte le donne emiliane, sia mia nonna che madhre sono sempre state delle ottime cuoche (magari non diteglielo che le ho fatto un complimento pubblico, che devo mantenere la mia reputazione) e io, che ho sempre adorato “pasticciare” ai fornelli, ho appreso quasi per osmosi le ricette tipiche.

Amo una di queste in particolare, per la sua semplicità, la rapidità con cui si cucina e la sua versatilità: la crescentina o tigella.

La crescentina modenese è un pane tipico dell'Appennino, zona d’origine della mia famiglia, che veniva anticamente cotto tra due dischi di terracotta chiamati tigelle, da cui il nome moderno. Adesso si cuociono nel forno oppure in uno stampo rotondo chiamato tigelliera.
È un pane povero, che viene consumato caldissimo e servito con salumi e formaggi o con il classico battuto di lardo aglio e rosmarino. Ben si adattano anche all’accompagnamento di piatti di carne in umido.
È un tipico piatto conviviale, da consumare in compagnia, in inverno, accompagnato da un buon vino rosso, tra una chiacchera e l’altra, quando non si ha nessuna fretta di alzarsi da tavola, ed è quindi particolarmente adatto a questo periodo di feste.

Essendo poi un cibo al quale sono legata da ricordi fin dall’infanzia, mi sembrava ottimo per iniziare questa rubrica di ricette.

C’è da fare una precisazione: ogni zona ha la sua variante, e all’impasto vengono spesso aggiunti grassi oppure latte; io vi propongo la ricetta originale della mia famiglia, quella con cui sono cresciuta e che tuttora impasto, rigorosamente a mano su un tagliere di legno.























Ingredienti per circa 15 crescentine:

1 kg di farina 00
30 g di bicarbonato di sodio
Sale
Acqua (circa 500 ml)

Sulla spianatoia versare la farina, aggiungere il bicarbonato e il sale; in un bicchiere o in una brocca prendere l’acqua e aggiungerla alla farina poco a poco e nel frattempo impastare. Continuare ad aggiungere l’acqua fino a quando tutta la farina è impastata e si è ottenuto un impasto elastico e compatto. Impastare energeticamente ancora per qualche minuto, quindi creare un salsicciotto. Dividerlo in 15 parti circa e impastare ciascun panetto singolarmente dandogli la forma di una pallina ed appiattirla poi con il mattarello a formare dei dischi.
Disporre i dischi sul piatto del forno o in una teglia precedentemente coperti con carta da forno, e cuocere a 180-200°C per 30 minuti circa, girando le crescentine ogni dieci minuti per farle dorare bene su entrambi i lati. Dopo 25 minuti circa prendere una crescentina e aprirla per controllare la cottura. Se l’interno dovesse essere morbido ma asciutto allora la crescentina è cotta, altrimenti lasciarle in forno ancora qualche minuto.
Servire caldissime appena sfornate e farcirle a piacere con salumi e formaggi oppure in accompagnamento ad un umido di carne.


Vino consigliato: Lambrusco DOC, servito freddo.
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martedì 12 dicembre 2017

Regina di Fiori e Radici



Ogni tanto i libri mi capitano tra le mani; letteralmente.

È il caso di Regina di Fiori e Radici, scritto da Laura MacLem, volume che mi è stato prestato da un’amica che conosce la mia passione per il mito di Ade e Persefone.

Regina di Fiori e Radici è, infatti, una riscrittura di questo mito, già tante volte raccontato, ma con un punto di vista particolare; la vicenda è qui raccontata in prima persona dalla dea Persefone. Quella che è sempre stata protagonista muta e quasi inconsapevole nel mito, scopriamo essere in realtà una donna forte e una dea estremamente potente, una figura femminile a tutto tondo che non solo non si lascia trasportare dalle situazioni, ma prende in mano il suo destino e decide per sé in tutto e per tutto.

Il mito lo conosciamo tutti: Ade, il signore dell’Averno, si invaghisce della dea della Primavera e la rapisce per farne la sua regina. Demetra, madre di Persefone, impazzisce per la scomparsa della figlia e fa cadere il mondo in un inverno perenne. Il mito si conclude quindi con l’accordo tra Ade e Demetra in cui si dividono il tempo e la compagnia di Persefone.

Nel mito però non c’è traccia del pensiero della dea, dei suoi sentimenti e tanto meno delle sue opinioni. Un modo di raccontare un po’ troppo maschilista che ci priva del punto di vista della protagonista che è invece una eroina moderna, capace di insegnarci l’emancipazione e la lotta per affermare il proprio io. Persefone non ci sta a lasciare che gli altri decidano per lei e per la sua vita, che, in quanto dea, è eterna, ignorando i suoi sentimenti e il suo volere.

In un mondo dove la regola è che i matrimoni vengano combinati, Persefone sceglie di amare Ade ancora prima che il dio dell’Averno la rapisca, e continua a sceglierlo anche dopo, quando avrebbe la possibilità di fuggire o comunque di ritornare da sua madre, lei decide di rimanere al fianco del marito, di onorare il suo matrimonio. Questo nonostante l’Oltretomba non sia adatto alla Primavera.

È una donna forte Persefone, che riesce ad addolcire Ade, scontroso e taciturno, riesce ad imporsi al volere della madre e a tenere testa persino a Zeus, sovrano degli dei nonché suo padre; è una donna vera, consapevole del proprio corpo e della propria femminilità, capace di essere gentile con tutti come di mettere in atto una ribellione spietata, in grado di mettere in ginocchio l’umanità intera.

Persino Zeus, alla fine, si rende conto che quella sua figlia, a lungo ignorata e creduta una vuota fanciulla innamorata dei suoi fiori, è in realtà una dea potente e volitiva, capace di far rispettare il proprio volere.

D’altro canto anche Ade è un ottimo personaggio: lui è la morte e come tale non può che essere un uomo implacabile, inflessibile ma inevitabilmente giusto. La morte non fa preferenze, non guarda chi è ricco o povero, bello o brutto, raccomandato o meno; la morte è uguale per tutti e così è il dio che la governa. All’apparenza freddo e taciturno, Ade è però capace di piccoli slanci d’affetto nei confronti della sua sposa, piccoli ma che riferiti ad un simile personaggio risultano enormi e fanno capire che il rapimento di Persefone non è mai stato un capriccio. A differenza del fratello Zeus, Ade non ha rapito una fanciulla a caso in preda ad un desiderio momentaneo: ha rapito Persefone perché è lei che vuole accanto, ora e per sempre.

Il libro in generale è ben scritto, utilizza un tono aulico ben dosato, mai banale o fastidioso, anche se si perde un po’ nel raccontare la ribellione di Persefone. Ecco quest’ultima parte è un po’ confusionaria, si capisce poco cosa l’autrice ci stia descrivendo e dove voglia portare la storia. Quasi come se fosse stata scritta un po’ troppo frettolosamente. Questa parte avrebbe invece meritato molta più attenzione e cura e forse il libro sarebbe stato un piccolo gioiello, rasentando la perfezione.

Peccato, ma nel complesso rimane comunque un bel libro che merita di essere letto anche da chi non ama particolarmente i miti o da chi non si è mai avvicinato ad essi.



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