Modestamente parlando, in cucina me la
cavo piuttosto bene. Non sono uno chef, non so impiattare, ma le mie
ricette riscuotono piuttosto successo, tanto che in molti mi hanno
chiesto di metterle sul blog. Et voilà! Accontentati!
Non aspettatevi ricette da chef
stellato e foto da food blogger, perché al momento i miei mezzi sono
piuttosto contenuti, però vi assicuro una certa semplicità nelle
ricette e qualche tip per cucinare in pochi minuti rientrati a casa
dal lavoro la sera!
Le mie intenzioni sono di pubblicare le
ricette con cadenza mensile, ma se tempi e impegni lo permettono,
magari anche più frequentemente, nel perfetto spirito di questo blog
totalmente anarchico XD
La mia famiglia è per metà modense.
Madhre, infatti, è nata a Pavullo nel Frignano e cresciuta a Lama
Mocogno, prima di trasferirsi sul lago Maggiore.
Come tutte le donne emiliane, sia mia
nonna che madhre sono sempre state delle ottime cuoche (magari non
diteglielo che le ho fatto un complimento pubblico, che devo
mantenere la mia reputazione) e io, che ho sempre adorato
“pasticciare” ai fornelli, ho appreso quasi per osmosi le ricette
tipiche.
Amo una di queste in particolare, per
la sua semplicità, la rapidità con cui si cucina e la sua
versatilità: la crescentina o tigella.
La crescentina modenese è un pane
tipico dell'Appennino, zona d’origine della
mia famiglia, che veniva anticamente cotto tra due dischi di
terracotta chiamati tigelle, da cui il nome moderno. Adesso si
cuociono nel forno oppure in uno stampo rotondo chiamato tigelliera.
È un pane povero, che viene consumato
caldissimo e servito con salumi e formaggi o con il classico battuto
di lardo aglio e rosmarino. Ben si adattano anche all’accompagnamento
di piatti di carne in umido.
È un tipico piatto conviviale, da
consumare in compagnia, in inverno, accompagnato da un buon vino
rosso, tra una chiacchera e l’altra, quando non si ha nessuna
fretta di alzarsi da tavola, ed è quindi particolarmente adatto a
questo periodo di feste.
Essendo poi un cibo al quale sono
legata da ricordi fin dall’infanzia, mi sembrava ottimo per
iniziare questa rubrica di ricette.
C’è da fare una precisazione: ogni
zona ha la sua variante, e all’impasto vengono spesso aggiunti
grassi oppure latte; io vi propongo la ricetta originale della mia
famiglia, quella con cui sono cresciuta e che tuttora impasto,
rigorosamente a mano su un tagliere di legno.
Ingredienti per circa 15 crescentine:
1 kg di farina 00
30 g di bicarbonato di sodio
Sale
Acqua (circa 500 ml)
Sulla spianatoia versare la farina,
aggiungere il bicarbonato e il sale; in un bicchiere o in una brocca
prendere l’acqua e aggiungerla alla farina poco a poco e nel
frattempo impastare. Continuare ad aggiungere l’acqua fino a quando
tutta la farina è impastata e si è ottenuto un impasto elastico e
compatto. Impastare energeticamente ancora per qualche minuto, quindi
creare un salsicciotto. Dividerlo in 15 parti circa e impastare
ciascun panetto singolarmente dandogli la forma di una pallina ed
appiattirla poi con il mattarello a formare dei dischi.
Disporre i dischi sul piatto del forno
o in una teglia precedentemente coperti con carta da forno, e cuocere
a 180-200°C per 30 minuti circa, girando le crescentine ogni dieci
minuti per farle dorare bene su entrambi i lati. Dopo 25 minuti circa
prendere una crescentina e aprirla per controllare la cottura. Se
l’interno dovesse essere morbido ma asciutto allora la crescentina
è cotta, altrimenti lasciarle in forno ancora qualche minuto.
Servire caldissime appena sfornate e
farcirle a piacere con salumi e formaggi oppure in accompagnamento ad
un umido di carne.
Vino consigliato: Lambrusco DOC,
servito freddo.
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