Ogni tanto i libri mi capitano tra le
mani; letteralmente.
È il caso di Regina di Fiori e
Radici, scritto da Laura MacLem, volume che mi è stato
prestato da un’amica che conosce la mia passione per il mito di Ade
e Persefone.
Regina di Fiori e Radici è,
infatti, una riscrittura di questo mito, già tante volte raccontato,
ma con un punto di vista particolare; la vicenda è qui raccontata in
prima persona dalla dea Persefone. Quella che è sempre stata
protagonista muta e quasi inconsapevole nel mito, scopriamo essere in
realtà una donna forte e una dea estremamente potente, una figura
femminile a tutto tondo che non solo non si lascia trasportare dalle
situazioni, ma prende in mano il suo destino e decide per sé in
tutto e per tutto.
Il mito lo conosciamo tutti: Ade,
il signore dell’Averno, si invaghisce della dea della
Primavera e la rapisce per farne la sua regina. Demetra,
madre di Persefone, impazzisce per la scomparsa della figlia e
fa cadere il mondo in un inverno perenne. Il mito si conclude quindi
con l’accordo tra Ade e Demetra in cui si dividono il
tempo e la compagnia di Persefone.
Nel mito però non c’è traccia del
pensiero della dea, dei suoi sentimenti e tanto meno delle sue
opinioni. Un modo di raccontare un po’ troppo maschilista che ci
priva del punto di vista della protagonista che è invece una eroina
moderna, capace di insegnarci l’emancipazione e la lotta per
affermare il proprio io. Persefone non ci sta a lasciare che
gli altri decidano per lei e per la sua vita, che, in quanto dea, è
eterna, ignorando i suoi sentimenti e il suo volere.
In un mondo dove la regola è
che i matrimoni vengano combinati, Persefone sceglie di amare
Ade ancora prima che il dio dell’Averno la rapisca, e
continua a sceglierlo anche dopo, quando avrebbe la possibilità di
fuggire o comunque di ritornare da sua madre, lei decide di rimanere
al fianco del marito, di onorare il suo matrimonio. Questo nonostante
l’Oltretomba non sia adatto alla Primavera.
È una donna forte Persefone,
che riesce ad addolcire Ade, scontroso e taciturno, riesce ad
imporsi al volere della madre e a tenere testa persino a Zeus,
sovrano degli dei nonché suo padre; è una donna vera, consapevole
del proprio corpo e della propria femminilità, capace di essere
gentile con tutti come di mettere in atto una ribellione spietata, in
grado di mettere in ginocchio l’umanità intera.
Persino Zeus, alla fine, si
rende conto che quella sua figlia, a lungo ignorata e creduta una
vuota fanciulla innamorata dei suoi fiori, è in realtà una dea
potente e volitiva, capace di far rispettare il proprio volere.
D’altro canto anche Ade è un
ottimo personaggio: lui è la morte e come tale non può che
essere un uomo implacabile, inflessibile ma inevitabilmente giusto.
La morte non fa preferenze, non guarda chi è ricco o povero, bello o
brutto, raccomandato o meno; la morte è uguale per tutti e così è
il dio che la governa. All’apparenza freddo e taciturno, Ade
è però capace di piccoli slanci d’affetto nei confronti della sua
sposa, piccoli ma che riferiti ad un simile personaggio risultano
enormi e fanno capire che il rapimento di Persefone non è mai
stato un capriccio. A differenza del fratello Zeus, Ade
non ha rapito una fanciulla a caso in preda ad un desiderio
momentaneo: ha rapito Persefone perché è lei che vuole
accanto, ora e per sempre.
Il libro in
generale è ben scritto, utilizza un tono aulico ben dosato, mai
banale o fastidioso, anche se si perde un po’ nel raccontare la
ribellione di Persefone. Ecco quest’ultima parte è un po’
confusionaria, si capisce poco cosa l’autrice ci stia descrivendo e
dove voglia portare la storia. Quasi come se fosse stata scritta un
po’ troppo frettolosamente. Questa parte avrebbe invece meritato
molta più attenzione e cura e forse il libro sarebbe stato un
piccolo gioiello, rasentando la perfezione.
Peccato, ma nel complesso rimane
comunque un bel libro che merita di essere letto anche da chi non ama
particolarmente i miti o da chi non si è mai avvicinato ad essi.
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