KALYMNOS PART 3: FUNNIEST SITUATIONS
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Secondo giorno sull’isola. Di ritorno da Odyssey,
dobbiamo rifornirci di viveri: manca il pane. Abbiamo comprato alcune pagnotte
fresche, o quasi, la sera prima, ma sono state sufficienti solo per la
colazione e per il pranzo di Roby. Ed è un problema serio questo: senza pane
come si mangia la Nutella? Questa volta decidiamo che la soluzione più efficace
e conveniente è il pane in cassetta: costa meno e rimane fresco più a lungo. In
pieno stile sciame di cavallette affamate invadiamo, quindi, un minimarket di
Masouri. Setacciamo accuratamente, manco fossimo del RIS di Parma, tutto il
mini negozio, ma del suddetto pane non si vedono nemmeno le briciole. Roby, cominciando
a temere per la mancanza del suo pranzo, si avvicina audace alla commessa, e
con uno perfetto accento Oxfordiano domanda: “Excuse me, do you have pan
carrè?”.
Non ci
sono parole per esprimere lo sguardo della commessa …

Il terreno di
gara è la strada da Myrties a Masouri; il Freccia Rossa Team supera il cartello
di divieto di accesso conducendo di poche lunghezze sul Brianzolo, che
nonostante il numero ridotto dei componenti del team sembra non riuscire ad
avere ragione delle “Frecce”. I Fotoni, come al solito, chiudono il gruppo con
un distacco, per così dire, importante.
Il Freccia Rossa
Team sembra riuscire a mantenere a distanza il Brianzolo quel tanto da poter
affrontare il tratto contromano con tranquillità.
Ma ecco che
accade l’imprevedibile: davanti a loro si palesa un bus di linea che procede
nel corretto senso di marcia occupando tutta o quasi la carreggiata libera. Al
Freccia Rossa Team non resta altro da fare che accostare dietro un’auto
parcheggiata per fare transitare il bus e riprendere poi la corsa, sapendo di
rinunciare così al distacco guadagnato sul Brianzolo. Ma tant’è … il buon senso
prima di tutto, del resto sanno di correre contromano.
Ma … Ma … Ma
cosa fa il Brianzolo? Dovrebbe accostare, come l’altro Team, e invece non rallenta anzi, apre il gas (… si vabbè …)
e a tutta velocità sorpassa il Freccia Rossa Team, provando a insinuarsi nello
spazio di strada libero … “Ci passo! Ci passo!! Ci passo!!!” … no, non passa,
riesce solo ad incastrarsi tra l’auto e il bus, costretto, suo malgrado, a
fermarsi, guadagnandosi un sospiro porta-pazienza-style dall’autista e le
risate di scherno del Freccia Rossa Team.
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Mercoledì, siamo a Kasteli. Accanto a noi scala
una coppia di giapponesi, lui veramente in gamba, lei un personaggio solo a
guardarla: maglietta nera con corda da arrampicata verde disegnata (!) imbrago
rosso, pantaloni al ginocchio color sabbia, ghette nere (!!). Sembra uscita
direttamente da un manga. Supponiamo che lui sia una guida e che le stia
insegnando a scalare (… e ci chiediamo anche quanti soldi abbia lei per
permettersi un personal di arrampicata a Kalymnos …).
Scalano più o
meno sulle nostre stesse vie e, ad un certo punto, il giapponese monta il tiro
accanto a quello su cui sta per salire Roby. Il giapponese sale in fretta e
arrivato in catena si appende con una longe per poter assicurare lei dall’alto.
È infatti salito con una macchina fotografica e vuole immortalare la cliente
mentre sale. La giapponese inizia a scalare quando Roby è più o meno a metà
della sua via(molto vicina, per altro, perché sull’isola hanno chiodato ogni
metro di roccia disponibile, forse anche esagerando), il giapponese si sporge
per fotografare l’allieva ma Roby si sposta a sinistra, ignaro di quello che sta
accadendo qualche metro sopra di lui, intercettando così l’inquadratura del
fotografo. La scenetta è esilarante: Roby si sposta, il giapponese a sua volta
si sposta; Roby devia ancora, il giapponese fa altrettanto, Roby continua
imperterrito, non accorgendosi di dare fastidio. A questo punto, fossimo stati
in Italia, mi sarei aspettata un “AO’!! TE VOI LEVA’ DAR CAZZO!!!”; ma lui no,
lui è giapponese, lui è educato e paziente per principio. E che fa? Aspetta! E
mentre aspetta scatta qualche foto a Roby, che le riceverà via email pochissimi
giorni dopo, gratis, per giunta. Che popolo i giapponesi!!
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Falesia di Arhi. Sto assicurando Roby su un 5b
di riscaldamento. Accanto a me Teo attende per provarla anche lui. Improvvisamente
dalla catena sopra di noi proviene un urlo
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!”, poi un tonfo in terra.
Pensando ad un sasso guardiamo in basso. Accanto a noi stanno scalando dei
ragazzi di Boston. Uno di questi guarda in terra, si abbassa e prende l’oggetto
precipitato: è un i-Phone! Il tizio lo osserva, toglie la cover, distrutta, lo
accende e rivolto alla platea “Ehi! It still works!!”. i-Phone – Resto del
mondo
1-0.
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Ah! Il momento della doccia! Che bellezza a fine
giornata, una doccia rilassante per lavare via la stanchezza accumulata in una
giornata di lotta alla roccia. Una bella doccia accompagnata da una simpatica
dispersione di elettricità, probabilmente derivante dal boiler, che, se fila
tutto liscio, viene percepita come passaggio di corrente nella doccetta, un
lieve pizzicore alla mano, inquietante ma innocuo; quando va male si
risolve in una sonora scossa con tanto di schiocco secco, come uno sparo, e l’urlo
di dolore del malcapitato di turno. Ah! Che bella la doccia, elettrizzante,
direi!!
Ha ha ha! :D
RispondiEliminaDicci almeno dove servono la "doccia elettrizzante", così evitiamo di capitarci ;)
e chi sono io per privare qualcuno dell'ebbrezza di percepire, con suo sommo sgomento, il passaggio di una lievissima corrente nella doccetta mentre ha i piedi placidamente a mollo in qualche millimetro d'acqua? per i più pavidi posso solo dire: non pernottate a Myrties!! :D
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