mercoledì 2 ottobre 2013

Kalymnos, ovvero in Grecia contromano



Quasi mi vergogno a dirlo: non ero mai stata in Grecia. Nonostante cinque anni di liceo classico non avevo mai messo piede nella terra di Omero. Era giunta l’ora di rimediare a questa mancanza.
Ovviamente, parlando di Grecia, l’immaginazione di tutti corre ad Atene, Patrasso, alle isole di Creta, Santorini o Mikonos.
Niente di più sbagliato: la meta è Kalymnos! Immagino già sguardi smarriti, facce perplesse, menti che vagano alla ricerca di informazioni geografiche, che si sperano chiuse in qualche recondito cassettino della memoria … “Kaly… Kaly … Kaly-che???”
KALYMNOS, l’isola verticale, l’isola dei climber e dei pescatori di spugne, arido puntino nel Dodecaneso, quasi insignificante e sconosciuto ai più, tanto insignificante che la leggenda vuole che quando Dio creò la Grecia e le sue isole, avanzò un mucchio di sassi che gettò in un angoletto, e in quell’angoletto sorse, appunto, Kalymnos.
Kalymnos, uno dei posti in un cui un climber DEVE essere stato.
Se ne parlava da mesi, con i soci, più o meno dall’inizio della primavera; si parlava di andarci a giugno, poi ad agosto, ma per un motivo o per un altro tutti nicchiavano … e all’inizio dell’estate nessuno aveva ancora deciso nulla; quando ecco che Teo prende in mano la situazione, decide che si parte a fine settembre, compra il volo e scrive sulla pagina Facebook dell’Incatena Climbing Team “IO HO UN VOLO PER KALYMNOS CHE PARTE IL 21 SETTEMBRE, E VOI?”.
Come resistere ad una tale dichiarazione di intenti? Decido che una settimana di vacanza me la merito anch’io, chiedo le ferie al lavoro e mi precipito in agenzia di viaggi (non necessariamente in questo ordine). Alla fine il volo lo acquistiamo in cinque: io, Teo, Luca, Fabio e Roberto.

E finalmente il 21 settembre arriva. Appuntamento ore 5.15 in piazza a Cameri … mannaggia che levataccia di sabato mattina! Sono già seduta, nemmeno troppo assonnata, sulla scalinata della chiesa quando vedo sopraggiungere i fari della Multipla di Fabio. Gli altri tre sono già tutti a bordo, quindi carichiamo le mie valigie e via, direzione Orio al Serio. Siamo fin troppo loquaci nonostante la sveglia antelucana e tra scherzi e battute in un’ora siamo a Bergamo. Check-in, rapida seconda colazione ed è già ora di imbarcarci. L’aereo non è completamente pieno, e le due ore e mezza di volo passano abbastanza tranquille, chi legge, chi dorme, chi ascolta musica. Iniziamo a scalpitare alla vista delle prime isole dell’Egeo: intravediamo la meta e vorremmo scendere. No, non è del tutto corretto: io voglio scendere perché patisco l’atterraggio, patisco di stomaco i vuoti d’aria quando l’aereo comincia a perdere quota, e prima si arriva in terra prima smetto di stare male.
L’atterraggio a Kos (il volo non è diretto) è tranquillo e i bagagli con l’attrezzatura compaiono tutti sul nastro trasportatore: io quasi non ci speravo! Fuori dal terminal individuiamo subito sul bus per il porto di Mastihari, ma una volta al porto scopriamo che il primo traghetto parte dopo più di un’ora e dobbiamo aspettare. Che importa! Siamo in vacanza, il sole è caldo, la vita è bella, ma soprattutto … abbiamo fame! E un’oretta è l’ideale per gustarci le prime insalate, birre e tzatziki della vacanza! Perché se bisogna iniziare, bisogna farlo con il piede giusto!
Poi, finalmente, il traghetto compare nel porto e mezz’ora dopo i nostri piedi poggiano sull’isola tanto agognata.

KALYMNOS PART 1: THE ISLAND
Che dire dell’isola? Come commentarla? È una figata pazzesca! Punto.
Immensi muri di calcare incorniciano la parte occidentale dell’isola, quella di Myrties e Masouri, circondando poi la baia di Arginonta fino a Emporeios. Un'unica grande bastionata di roccia, estremamente lavorata, variegata nei colori e nello stile, costellata di buche, grotte, grottoni, cenge e contrafforti, placche e strapiombi, canne e stalattiti. Un paradiso per gli occhi e per il cuore di ogni climber. Il resto dell’isola è rimasto arido e selvaggio, un agglomerato di rocce, sassi e arbusti mediterranei, disseminati su pendii scoscesi dove osano le capre … e gli scalatori che vogliono raggiungere le falesie, osservati da vicino dalle suddette capre che con espressione un po’ stupita, e anche un po’ stupida per la verità, non si curan di loro, ma guardano e passano … a volte rimediando anche un po’ di cibo, le furbastre …
Noi, in realtà, abbiamo frequentato solamente la parte occidentale dell’isola, quella dove si concentra il maggior numero di falesie, che è anche la parte veramente turistica. Sinceramente me l’aspettavo molto più caotica, con molte più persone, tante da dover quasi fare a botte per scalare. E invece l’isola si è rivelata estremamente tranquilla, così tranquilla da farci a volte domandare “ma dove sono i turisti?”. Ma c’è così tanta roccia e così varia che lo spazio c’è per tutti, e quando lo spazio non c'è si aspetta, si fanno due chiacchiere e magari un tedesco ti offre pure un biscotto! Grancereale, of course, perché si sa il climber è attento all’alimentazione …
Ma a quanto pare Kalymnos è così, in una sola parola VIVIBILE. Sembra di essere proiettati in un altro mondo, dove si incontrano capre in strada e gatti al ristorante. E nessuno fa un plissè; e sembra così strano a noi che arriviamo dalle nostre caotiche città, dove tutti corrono, urlano, schiamazzano, dove tutti hanno paura di tutto, figuriamoci di una capra libera di scorrazzare dove più le aggrada, o un micio che si aggira serafico tra i tavoli di un ristorante, magari con la speranza di rimediare qualche avanzo. E invece qui è tutto normale; in questo piccolo mondo antico si vive tranquilli, ognuno con i propri tempi, dove è permesso persino imboccare una strada contromano, e percorrerla tutta per un paio di chilometri. Ah! Se i motorini potessero parlare!!
I nostri sguardi sono spesso perplessi, anche se forse, forse, infondo pensiamo che il vero vivere dovrebbe essere così, come a Kalymnos, dove tutti sono sorridenti, gentili e ospitali, dove i ristoranti, non hanno i buttafuori, ma i buttadentro, dove un tavolo lo troviamo ogni sera, anche senza prenotare, anche arrivando a cena dopo le ore 20, e sempre, sempre, qualcosa ci viene offerto, di solito il dolce, a volte l’Ouzo o il caffè, una volta una brocca di vino. E i prezzi? Che dire dei prezzi: bassi, ridicoli! Una birra da 500mL costa 2 euro! Un piatto a base di pesce circa 10!
Si sta bene a Kalymnos, e l’unica preoccupazione della giornata è chiedersi: “Dove andiamo a scalare domani?”.

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