giovedì 9 marzo 2017

I Due Regni - Le Porte di Eshya




Vi avevo già parlato qui de “La città Intera”, il primo libro della saga fantasy intitolata I due Regni, dicendovi quanto mi era piaciuto questo esordio editoriale della giovanissima Alessia Palumbo.
Oggi sono qui a parlarvi del secondo libro della saga, ovvero Le Porte di Eshya.
Chi mi conosce bene sa che ormai mi sono convertita quasi al 100% al libro elettronico, per moltissimi motivi che non vi sto a spiegare qui ed ora (magari farò un post apposito in futuro …), ma questa volta ho deciso di fare un’eccezione, perché l’autrice, nei mesi antecedenti all’uscita, mi ha proposto di acquistare una copia cartacea del suo secondo romanzo, numerata e autografata e ho accettato. Ho scritto acquistare, perché sì, il libro l’ho comprato: non è un post sponsorizzato questo (ahahahahaha … post sponsorizzato … ahahahahaha). Ci tengo a sottolinearlo per garantire che tutto quanto scritto qui lo penso sinceramente.
Questa la trama del libro:

La Città Intera è più forte che mai e Farwel, persa nei suoi oscuri meandri, si accorge a sue spese che non può fronteggiare questo colosso da sola. In attesa del momento giusto per agire, continua a servire la Comandante nelle vesti di Asur, non immaginando i pericoli che si celano ad ogni angolo. Intanto, da giovane, prima dell'avvento della Città Funesta, la protagonista sarà costretta ad affrontare le conseguenze del Rito di Drator e del suo malvagio marchio che la perseguiterà per tutti gli anni a venire.
In una morbosa spirale che avvolge il lettore dalla prima all'ultima pagina, continua l'avvincente storia di Farwel e di un Delor devastato dalla guerra civile

Se il primo libro ve lo avevo caldamente consigliato, questo secondo ve lo stra-consiglio!
È tangibile la crescita dell’autrice insieme alla storia: le pagine scorrono rapide grazie ad uno stile fluente e mai pesante; per quanto la scrittura sia ricercata, a tratti aulica, le parole studiate e i periodi curati, non scade mai nella pedanteria o nel lezioso. Nella struttura del libro continua l’alternarsi di capitoli ambientati nel presente e capitoli che raccontano le vicende del passato di Farwel, in un continuo rincorrersi di eventi che portano il lettore a voler proseguire la lettura per scoprire che cosa succede dopo.
Anche la trama è cresciuta: se nel primo libro su tutto dominava Farwel e gli altri personaggi erano un contorno utile e ben riuscito, ma pur sempre un contorno, questa volta la protagonista è calata in un contesto molto più corale, dove gli altri personaggi diventano fondamentali per la narrazione tanto quanto la nostra Incantatrice.
È possibile dividere la storia in due metà distinte, nelle quali individuiamo delle coppie di personaggi: una prima metà è dominata dal dualismo Farwel/Asur, dove le due personalità che abitano lo stesso corpo cercano di prevalere l’una sull’altra, che poi si interfacciano entrambe, ma in modo diametralmente opposto, con la Comandante; la seconda metà del libro è dominata dalla coppia non-coppia Farwel/Idai, dal loro passato condiviso, dai sentimenti necessariamente repressi in nome di una causa più alta. Finalmente conosciamo Idai, il grande amore di Farwel, che nel primo libro era stato solamente un nome sospeso nel passato della maga; e nell’alternarsi delle due dimensioni temporali la figura di Idai è dominante quasi quanto quella di Farwel. Vediamo nascere l’amore tra i due, ancora ragazzi, in un’Accademia che inizia ad essere intaccata dai pregiudizi sulla magia sui quali si fonderà la Città Intera; li vediamo ritrovarsi, nel presente e fare i conti con qualcosa accaduto nel passato, qualcosa che però non ci verrà ancora svelato, che pesa sul presente ma che deve essere messo da parte in nome di una missione più grande e importante.
Iniziamo a capire, in questo libro, gli effetti che ha su Farwel quanto accaduto durante il Rito di Drator, e intuiamo che il segno sul suo serbatoio magico potrebbe essere la causa di quanto non è ancora stato detto nel passato e la chiave di volta per affrontare la Città Intera nel presente.
Come vi dicevo è un libro molto più maturo del precedente ed è proprio in queste dinamiche tra i personaggi che la maturità dell’autrice emerge.

Se devo trovare dei difetti, posso dire che non ho apprezzato molto la sottotrama riguardante il libro letto da Farwel ai tempi dell’Accademia; l’ho trovata una storia un po’ troppo banale rispetto a tutto il resto e una vicenda che nulla aggiunge e nulla toglie a quella principale, anzi devo dire che questi capitoli hanno disturbato la lettura, interrompendo l’alternarsi armonico delle trame principali. Spero che nel prossimo libro anche questa sottotrama trovi un suo posto all’interno della narrazione principale e che mi faccia ricredere di quanto appena scritto. Vi farò sapere.

Per concludere, le Porte di Eshya è un libro eccellente, ben scritto e strutturato, molto avvincente; in poco tempo il lettore si trova ad affezionarsi ai personaggi che si muovono lungo capitoli che non sono mai banali né noiosi, in un mondo credibile e ben descritto, con le sue caratteristiche e le dinamiche che lo muovono al suo interno; in un genere, il fantasy, dove normalmente la figura del mago è dipinta come una sorta di deus ex machina onnisciente e onnipotente, qui i maghi sono perseguitati proprio per la loro natura, in una società intrisa di pregiudizi razzisti. Difficile credere che un’autrice tanto giovane sia riuscita ad allontanarsi tanto dai clichè di un genere troppo spesso uguale a se stesso.

Trovate il libro in vendita su Amazon, IBS , sia in formato cartaceo che elettronico, ma il mio consiglio è di cercare Alessia alle prossime fiere e scambiare due chiacchiere con lei!


Nessun commento:

Posta un commento