Ammetto di avere problemi riguardo ai
film sugli X-Men: li ho sempre trovati lenti. Andai a vedere
il primissimo film al cinema, e già allora, ai miei occhi di
sedicenne (era il lontano 2000), risultò noioso; poi a tempo perso
ho guardato anche i successivi due, e mi ero ripromessa di non
ripetere l’errore un’altra volta.
Però lui è un appassionato della saga
dei mutanti e lo scorso venerdì siamo andati al cinema a vedere
Logan, l’ultimo della serie di film dedicati a Wolverine.
Il film è liberamente ispirato ad una
grafic novel del 2008 intitolata Vecchio Logan.
Siamo nel 2029 e i mutanti sono quasi
estinti a causa di un virus creato dalla Transigen, una compagnia
controllata dalla Essex Corp (ricordate la scena post credits di
Apocalypse?); un Logan notevolmente invecchiato sopravvive
lavorando come autista di limousine e, insieme a Calibano, si prende
cura dell’ormai novantenne Professor Xavier, costringendolo a
vivere nel deserto oltre il confine messicano, rinchiuso in un
vecchio silo, poiché non più in grado di controllare i suoi poteri
psichici a causa di una malattia neurodegenerativa.
Tutti gli altri mutanti sono stati
uccisi un anno prima proprio in seguito ad una crisi psichica di
Xavier.
Una notte Logan viene contattato da una
donna, Gabriela, che lo implora di prendere con sé una ragazzina,
Laura, e di raggiungere con lei il Nord Dakota, e in particolare un
posto chiamato Eden. Laura si rivela essere la figlia di Logan e una
mutante anch’essa, con la stessa mutazione di Wolverine, creata
dalla Transigen attraverso un campione del suo DNA, e classificata
come X-23 e l’Eden altro non è che un posto sicuro per i mutanti.
La pellicola è la chiusura della
trilogia su Wolverine, definitiva poiché lo stesso Jackman ha
dichiarato di non voler più interpretare Wolverine, ma allo stesso
un grande e potenziale trampolino di lancio per una nuova, eventuale
serie di film con protagonisti i Nuovi Mutanti.
Vi avverto, se non avete visto il film
e non volete spoiler, o se siete troppo sensibili ai feels non
proseguite nella lettura; alla fine del film tutti i vecchi X-Men
muoiono: muore Xavier, trafitto da un secondo clone di Wolverine
(interpretato dallo stesso Jakman); muore Calibano, sacrificatosi per
la causa; e alla fine muore persino Logan.
Sopravvivono però i ragazzini, i
giovani mutanti creati dalla Transigen, e in particolare X-23,
personaggio troppo amato e troppo ben scritto per lasciarlo isolato
in questo film, a mio personalissimo parere.
Che questo film rappresenti una svolta
nell’universo cinematografico X-Men, pronto ad una ventata di
novità, nuove storie e nuovi personaggi? Staremo a vedere …
Di fatto il film è ben diverso dagli
altri della serie cinematografica: è molto più ruvido, e allo
stesso tempo molto più umano. Logan non è il solito Wolverine “so’
figo solo io”, ma un ex eroe ormai vinto, stanco di combattere, che
preferisce sopravvivere nascosto nell’ombra e preoccuparsi che il
suo anziano mentore non diventi una minaccia per gli altri e per se
stesso. C’è qualcosa di poetico in quel rapporto quasi
padre-figlio tra Logan e Xavier, ma anche tutta l’amarezza delle
stagioni che se ne vanno e del decadimento inevitabile di un corpo
mortale, benché mutante.
E anche nello strano rapporto con
Laura, una ragazzina spezzata, un esperimento mal riuscito, una
macchina da combattimento spietata ma che svela via via un bisogno di
affetto sempre più forte emerge prepotentemente l’umanità di
Wolverine, prima restio ad accollarsi la responsabilità di un altro
essere umano, e poi disposto al supremo sacrificio pur di farla
fuggire.
Logan è anche un
film molto più violento degli altri della serie, e finalmente oserei
dire, perché tutti i precedenti erano un pochino troppo patinati e
fumettosi da questo punto di vista, troppo adeguati allo standard
“film per famiglie”; tranne Deadpool, ma quello è un capitolo a
parte. In Logan invece lo splatter ricorda vagamente Tarantino:
volano teste mozzate, gli artigli di Wolverine si infilano nelle
carni e nei crani dei suoi nemici, X-23 è una macchina da omicidio
spaventosa (egregia l’interpretazione di Dafne Keen); in sostanza
scorre il sangue, ma non è fastidioso, né gratuito.
Nonostante i numerosi pregi, però,
rimane un film che non mi ha entusiasmato, non mi ha tenuta incollata
alla sedia della sala per le lunghissime due ore e venti minuti, anzi
ho faticato a rimanere sveglia nell’ultima mezz’ora (ok, forse il
secondo spettacolo del venerdì sera non ha aiutato); numerosi sono
tempi morti che male si adattano ad una pellicola supereroistica, a
conferma del fatto che lo stile dei film sui mutanti a me non
convince.
Per completezza di informazione devo
dirvi che lui ne è stato entusiasta.
Ora uso questo sito per guardare film https://filmsenzalimiti.page/ Personalmente mi è piaciuto molto, quindi consiglio questo sito e tu stesso per studiare, penso che troverai qualcosa di interessante per te stesso.
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