giovedì 16 marzo 2017

Logan - The Wolverine


Ammetto di avere problemi riguardo ai film sugli X-Men: li ho sempre trovati lenti. Andai a vedere il primissimo film al cinema, e già allora, ai miei occhi di sedicenne (era il lontano 2000), risultò noioso; poi a tempo perso ho guardato anche i successivi due, e mi ero ripromessa di non ripetere l’errore un’altra volta.
Però lui è un appassionato della saga dei mutanti e lo scorso venerdì siamo andati al cinema a vedere Logan, l’ultimo della serie di film dedicati a Wolverine.
Il film è liberamente ispirato ad una grafic novel del 2008 intitolata Vecchio Logan.
Siamo nel 2029 e i mutanti sono quasi estinti a causa di un virus creato dalla Transigen, una compagnia controllata dalla Essex Corp (ricordate la scena post credits di Apocalypse?); un Logan notevolmente invecchiato sopravvive lavorando come autista di limousine e, insieme a Calibano, si prende cura dell’ormai novantenne Professor Xavier, costringendolo a vivere nel deserto oltre il confine messicano, rinchiuso in un vecchio silo, poiché non più in grado di controllare i suoi poteri psichici a causa di una malattia neurodegenerativa.
Tutti gli altri mutanti sono stati uccisi un anno prima proprio in seguito ad una crisi psichica di Xavier.
Una notte Logan viene contattato da una donna, Gabriela, che lo implora di prendere con sé una ragazzina, Laura, e di raggiungere con lei il Nord Dakota, e in particolare un posto chiamato Eden. Laura si rivela essere la figlia di Logan e una mutante anch’essa, con la stessa mutazione di Wolverine, creata dalla Transigen attraverso un campione del suo DNA, e classificata come X-23 e l’Eden altro non è che un posto sicuro per i mutanti.


La pellicola è la chiusura della trilogia su Wolverine, definitiva poiché lo stesso Jackman ha dichiarato di non voler più interpretare Wolverine, ma allo stesso un grande e potenziale trampolino di lancio per una nuova, eventuale serie di film con protagonisti i Nuovi Mutanti.
Vi avverto, se non avete visto il film e non volete spoiler, o se siete troppo sensibili ai feels non proseguite nella lettura; alla fine del film tutti i vecchi X-Men muoiono: muore Xavier, trafitto da un secondo clone di Wolverine (interpretato dallo stesso Jakman); muore Calibano, sacrificatosi per la causa; e alla fine muore persino Logan.
Sopravvivono però i ragazzini, i giovani mutanti creati dalla Transigen, e in particolare X-23, personaggio troppo amato e troppo ben scritto per lasciarlo isolato in questo film, a mio personalissimo parere.
Che questo film rappresenti una svolta nell’universo cinematografico X-Men, pronto ad una ventata di novità, nuove storie e nuovi personaggi? Staremo a vedere …
Di fatto il film è ben diverso dagli altri della serie cinematografica: è molto più ruvido, e allo stesso tempo molto più umano. Logan non è il solito Wolverine “so’ figo solo io”, ma un ex eroe ormai vinto, stanco di combattere, che preferisce sopravvivere nascosto nell’ombra e preoccuparsi che il suo anziano mentore non diventi una minaccia per gli altri e per se stesso. C’è qualcosa di poetico in quel rapporto quasi padre-figlio tra Logan e Xavier, ma anche tutta l’amarezza delle stagioni che se ne vanno e del decadimento inevitabile di un corpo mortale, benché mutante.
E anche nello strano rapporto con Laura, una ragazzina spezzata, un esperimento mal riuscito, una macchina da combattimento spietata ma che svela via via un bisogno di affetto sempre più forte emerge prepotentemente l’umanità di Wolverine, prima restio ad accollarsi la responsabilità di un altro essere umano, e poi disposto al supremo sacrificio pur di farla fuggire.
Logan è anche un film molto più violento degli altri della serie, e finalmente oserei dire, perché tutti i precedenti erano un pochino troppo patinati e fumettosi da questo punto di vista, troppo adeguati allo standard “film per famiglie”; tranne Deadpool, ma quello è un capitolo a parte. In Logan invece lo splatter ricorda vagamente Tarantino: volano teste mozzate, gli artigli di Wolverine si infilano nelle carni e nei crani dei suoi nemici, X-23 è una macchina da omicidio spaventosa (egregia l’interpretazione di Dafne Keen); in sostanza scorre il sangue, ma non è fastidioso, né gratuito.


Nonostante i numerosi pregi, però, rimane un film che non mi ha entusiasmato, non mi ha tenuta incollata alla sedia della sala per le lunghissime due ore e venti minuti, anzi ho faticato a rimanere sveglia nell’ultima mezz’ora (ok, forse il secondo spettacolo del venerdì sera non ha aiutato); numerosi sono tempi morti che male si adattano ad una pellicola supereroistica, a conferma del fatto che lo stile dei film sui mutanti a me non convince.
Per completezza di informazione devo dirvi che lui ne è stato entusiasta.


1 commento:

  1. Ora uso questo sito per guardare film https://filmsenzalimiti.page/ Personalmente mi è piaciuto molto, quindi consiglio questo sito e tu stesso per studiare, penso che troverai qualcosa di interessante per te stesso.

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